Grazie Gianni Brunoro, non so perché tu mi abbia rimandato questa tua recensione di “L’ultima pista” del 2006, forse perché anche tu senti nell’aria il profumo di un nuovo viaggio che continua oltre quella pista, verso le terre estreme al sud del mondo, sempre un po’ più in là…
Grazie Gianni,
Marco Steiner
“L’AVVENTURA È L’AVVENTURA…
Gli appassionati di gialli sanno bene come sia successo che uno stuolo di ultra appassionati di Sherlock Holmes abbiano studiato anche i minimi spiragli delle sue avventure per intrufolarci dentro un racconto apocrifo, una sua vicenda che Conan Doyle non avrebbe raccontato. Qualcosa di analogo ha fatto Marco Steiner nei confronti di Corto Maltese, anche se con uno spirito molto disincantato e con un piglio che risulta una strana fusione di sottilmente beffardo e di teneramente devoto. È la lieve vicenda di Bob Collins, americano oriundo irlandese, orfano fin da bambino di genitori, irredentisti e bombaroli, morti in un attentato. Bob riceve in dono dal nonno, che se ne va per non tornare mai più, una misteriosa cassetta. Al cui interno egli scopre – preziosi cimeli – carte e documenti attraverso i quali può ricostruire le fila del passato della propria famiglia, conoscendo così anche sé stesso. Scoprirà così di essere discendente di quella Louise Brooksowicz – probabile amante di Corto Maltese – che ha una parte non indifferente nell’episodio Tango. Ma per risalire al proprio passato, Bob Collins è costretto a fare dei viaggi, in particolare a recarsi in Patagonia, sulle tracce di Butch Cassidy e dei suoi compari, ancora una volta come Corto in Tango. Come andrà a finire, lo scoprirà il lettore: tanto, qui non si tratta di un giallo. Si tratta invece di un gustoso pamphlet, in cui l’autore si destreggia abilmente fra i paletti di un guizzante slalom che fra realismo e fantasia investe trasversalmente Hugo Pratt e Corto Maltese, Bruce Chatwin e personaggi diventati leggenda, come il citato Butch Cassidy. Steiner (che è stato un grande amico di Pratt e forse non a caso sceglie come pseudonimo il nome di un grande amico di Corto) mima la prosa asciutta e disincantata del “Maestro di Malamocco”, con esito molto convincente, restituendo una pagina tersa e fluida, in cui gli echi del mondo prattiano di Corto Maltese risuonano a ogni piè sospinto. Quasi a dimostrare concretamente che i personaggi, una volta giunti alla statura di miti, alimentano automaticamente la propria stessa mitologia. (g.b.)
Marco Steiner, L’ULTIMA PISTA, Ed. Cadmo, Fiesole, 2006, 160 pp., f.to 12×19, brossura con alette, Euro 10.00.
Da Fumetto n.60, dicembre 2006″
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