Sulla rotta di Corto: intervista a Marco Steiner

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Sulla rotta di Corto: intervista a Marco Steiner

Il 20 luglio scorso a Scicli una lunga chiacchierata con Laura Scarpa si è trasformata in un articolo, per il numero 99 di Scuola di Fumetto, che oggi voglio condividere interamente, sia in italiano che in inglese, con tutti gli amici e compagni di viaggio.

 

Scuola-di-fumetto-99-marco-steiner20 luglio 2015, Scicli.
Dalla Sicilia, dove termina la scrittura del suo nuovo romanzo, Marco Steiner risponde alle nostre domande. Un uomo che è stato molto vicino a Hugo Pratt e a Corto Maltese.
Il grande Maestro veneziano amava circondarsi di amici e aiutanti. Nel disegno furono suoi fidi collaboratori Lele Vianello e Guido Fuga. Altri collaboravano con lui per ricerche e documentazione. Marco, tra questi, lo accompagnò anche nella scrittura. Oggi, marito di Patrizia Zanotti, compagna di molte avventure di Pratt, scrive romanzi, e viaggia accompagnato dal fotografo Marco D’Anna, sulle orme del Maltese.

Quando conoscesti Pratt, sei diventato un compagno di viaggio o una penna che scrive?

L’ho conosciuto parlando di viaggi, libri, musica, cinema e fotografia. In effetti, sembra strano, ma ho conosciuto prima Hugo Pratt e poi Corto Maltese, forse questa è stata la mia grandissima fortuna perché ho capito subito il mondo ulteriore, la ricerca e l’approfondimento che c’erano intorno alle storie di Corto. I disegni, le strisce, gli acquarelli sono uno spettacolo, ma leggere le storie dopo aver visto come nascevano era un qualcosa di magico. E poi, “quando un adulto entra nel mondo delle favole non riesce più ad uscirne…” e questo è proprio quello che mi è successo. All’inizio non ero affatto una penna che scrive, ma solo uno che girava in casa e nelle biblioteche in cerca di libri, atlanti, figurine, mappe, ascoltando la musica delle cornamuse scozzesi al mattino e vedendo con Hugo Pratt centinaia di film in bianco e nero fino a notte fonda. Il ricordo di viaggio più bello è stato quello da Losanna in Svizzera fino a Saint Malo in Bretagna per il Festival Étonnants Voyageurs. Un viaggio notturno in macchina, lui se ne stava seduto-sdraiato dietro, io pensavo dormisse, guidavo e sceglievo la musica, quando feci partire The Gentle Side of John Coltrane; quando il disco finì me lo fece rimettere un’altra volta e poi ancora in continuazione e iniziammo a parlare di viaggi realizzati, di viaggi possibili o immaginari. Quel viaggio è stato una specie di accesso segreto, Pratt mi aveva lasciato sbirciare nel suo mondo Oltre. Ho capito il senso di Mu e abbiamo parlato di uno dei miei libri preferiti, Il vagabondo delle stelle di Jack London. Lì ho cominciato a sentirmi un compagno di viaggio e una penna che forse avrebbe potuto scrivere qualcosa seguendo quella vaga “linea d’ombra”.

 

Per continuare a leggere l’articolo:

Per la versione tradotta in inglese:

 

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