Svizzera, una clinica non lontana da Losanna, 20 agosto 1995.
Quel giorno erano arrivati a trovarti due grandi amici, Jean Claude Guibert e Livio Benedetti, ci siamo stretti la mano in silenzio e poi siamo entrati nella tua stanza.
Ti avevano portato una vecchia croce etiope, stavi male, era quasi finita, quasi, hai aperto gli occhi, li hai guardati, hai stretto quella croce fra le mani e te ne sei andato.
Stavi aspettando quel simbolo per continuare il viaggio.
Hugo Pratt, sono passati 28 anni da quel giorno, ma sei sempre qui, per tanti lettori, viaggiatori e sognatori e per tutti quelli che hanno voluto che il tuo mondo di nuvole andasse avanti.
Conservare con cura la tua opera era importante, ma anche far vivere lo spirito libero tuo e di Corto.
Sono successe tante cose da allora e non mi va di elencarle, dico soltanto che ho provato a seguire i tuoi insegnamenti, ho viaggiato, sognato e cercato le tracce di Corto Maltese in giro per il mondo, è così ho imparato a immaginare. Ho scritto un primo romanzo, mi avevi detto di leggere Tango e di andare in Argentina per continuare quella tua storia in un’altra maniera, in un’altra epoca e mi sono divertito, seriamente, forse sono diventato uno scrittore, era il mio sogno e tu mi hai aperto quella porta.
Poi ho provato a immaginare come potesse essere Corto da giovane, molto giovane, prima di diventare il Tuo Corto e mi sono avventurato, ho scritto due romanzi, uno ha vinto anche un premio importante per me.
“L’avventura è cercare qualcosa che può essere bella o pericolosa, ma che vale sempre la pena di vivere” l’hai scritto tu, l’ho capito davvero.
Cong, Lizard, Rizzoli-Lizard, grazie a Patrizia e a tanti altri sono arrivati i lavori di Wazem, Casali & Camuncoli, Canales & Pellejero, di Quenehen & Vives e tante bellissime mostre in giro per il mondo.
Ulisse è il lavoro più recente e solo di questo voglio dire due parole.
Questa storia l’avevi disegnata per il Corriere dei Piccoli vent’anni fa, c’era il mitico marinaio di Omero, un testo sapiente che sintetizzava l’Odissea e le vignette che inquadravano la spazio per i tuoi disegni.
Da “Ulisse” quest’anno sono nati due lavori che rappresentano il senso di chi prova a far continuare la tua opera in maniera vitale.
Un fumetto agile e popolare, ricolorato, con disegni liberati dalle rigide gabbie delle vignette e testi riscritti a due voci insieme all’amico Fabrizio Paladini, quella di Ulisse e quella del figlio Telemaco per rendere più umana questa grande avventura
e poi un altro Ulisse, una cartella preziosa e fedelissima all’edizione originale del Corriere dei Piccoli.
Radici e Ali diceva un tango argentino, radici ancorate alla terra, al passato e rami protesi come ali nel vento.
Grazie Hugo
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