Kundry e il mago Klingsor

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Kundry e il mago Klingsor

Kundry e il mago Klingsor

 Kundry o Erica oggi abita a Cully, vicino a Losanna. Ha un negozio dove si vendono vini, l’ha chiamato semplicemente “Vinoteque de la maison rose”.

Rosa, guarda caso, come il vestito che le aveva regalato Corto Maltese, perché la Kundry di Cully, non è una strega ammaliatrice, è soltanto Erica la ragazza della Pensione Morfeo e nella realtà di ogni giorno si chiama Danielle ed è stata una delle segretarie-allieve-rosedelgiardino di Hugo Pratt a Grandvaux. Non ha mai ricevuto in dono un vestito color Rosa di Turingia, ma è stata l’ispiratrice del personaggio di Erica nelle Elvetiche perché era partita in compagnia della mamma, timida come una scolaretta per accompagnare il grande Hugo Pratt a Venezia, e qui ha ricevuto in dono delle calze color turchese.

Si ricorda ancora il negozio, apparteneva a due compagne di scuola di Pratt ed era un luogo polveroso, invaso da scatole di cartone di ogni colore che, impilate regolarmente una sopra all’altra, arrivavano fino al soffitto. Hugo le disse di prendere quello che voleva, ma Danielle, timida, quel giorno scelse solo un paio di calze color turchese. Sono ancora a casa sua, da qualche parte.

Lei, Hugo Pratt se lo ricorda come un grosso gatto. “Pur con la sua mole aveva dei movimenti morbidi e sinuosi, silenziosi come quelli di un gatto. Te lo ritrovavi dietro alle spalle senza averti fatto sentire il minimo fruscio”.

Racconta le storie della libreria “La Marge” di Rolf Kesserling dove lei lavorava e dove Hugo Pratt era ospite fisso. Fu proprio Rolf uno dei motivi per cui Pratt scelse la Svizzera come suo nuovo domicilio dopo Parigi. Per un personaggio come lui, un amico che possiede una libreria era già un motivo valido per sentirsi in buona compagnia e trasferirsi in un nuovo paese. Oggi Rolf vive nel sud della Francia, ma non si è mai dimenticato dell’amico Hugo Pratt e dei viaggi che avrebbero dovuto fare a Gibuti o in Patagonia. Il vecchio editore è diventato uno scrittore, è sempre stato appassionato di storia, ma non della storia di re, palazzi e campi di battaglia, ma dei personaggi strani che hanno sempre popolato la storia. Il suo ultimo libro, pubblicato da Favre, s’intitola: “Alchimia, un sogno d’eternità” e, in un’intervista recente a Swissinfo, Kesserling dice che: “La conoscenza è stata frequentemente simbolizzata con una montagna con degli stadi necessari per arrivare alla sua sommità: la caverna del lupo, del leone, dell’aquila. Quelli che praticano la magia nera cercano di scalare la montagna attraverso una via diretta, una scorciatoia. Quelli che, invece, passano attraverso tutte le tappe sono i soli che raggiungeranno la conoscenza. L’uomo perfetto è quello che ha raggiunto l’obiettivo della sua ricerca materiale e spirituale e diventa luminoso come il sole”.

La villa di Pratt sopra a Grandvaux è stata venduta, adesso sul terrazzo davanti alla sua camera da letto c’è una piscina in plastica per bambini con tanto di palma.

Bisogna allontanarsi e continuare a passeggiare per cercare, anzi per trovare qualcosa di lui.

C’è una strada secondaria che sale verso Forel, è un gran bel posto per passeggiare. Una ragazza arriva al galoppo sul suo cavallo nero, sembra un sogno, sbuca da un prato all’improvviso, si guarda intorno e si dirige verso la strada. Ha un caschetto nero che mette in ombra due occhi verdi taglienti e un viso bellissimo, ha una salopette larga e scolorita, una maglietta bianca semplice e perfetta come lei. Si è persa in mezzo a quelle colline. Si ferma e chiede indicazioni che sarebbe bello conoscere.

Di lei dice solo due parole:

  • Disegno sogni, faccio l’architetto…

E’ l’unica frase che risuona in testa prima che quella macchia nera e bianca scompaia dietro a una curva, proprio come un sogno che svanisce.

Un girasole secco si accartoccia e piega la testa verso la terra che gli ha dato vita e colore. Due corvi si allontanano gracchiando nel vento.

 

Lo Chemin du Bois Gentil è un piccolo sentiero solitario che s’inerpica fra i pascoli e i boschi delle colline che salgono verso la Tour de Gourze.

Parcheggiata con due ruote sull’erba e due sull’asfalto c’è una macchina sportiva color bronzo opaco, è una Weismann GT, un bolide con un motore da formula 1 e l’aspetto sinuoso di una batmobile discesa per sbaglio da un altro pianeta.

E’ veramente un elemento fuori posto in quel tranquillo paesaggio bucolico che sembra disegnato da Segantini.

  • Ce n’é un’altra soltanto come questa in Svizzera, è un giocattolo per bambini come me.

Il proprietario è un sessantenne piuttosto basso, solido, sportivo, capelli rossicci. Ha un giubbotto nero, jeans, occhiali specchiati. Una splendida ragazza, molto più alta di lui, si accomoda silenziosa in una poltrona di cuoio sinuosa e profumata quasi quanto lei. L’uomo si toglie gli occhiali per un rapido cenno di saluto.

Occhi azzurri, un piccolissimo orzaiolo all’angolo dell’occhio sinistro, un veloce sorriso.

In un attimo, quella strana visione scompare con un sordo, prolungato, rumore di motore ringhioso.

Forse questa specie di Klingsor in coupé e quella Kundry a cavallo avrebbero potuto aggiungere qualcosa, ma la disegnatrice di sogni e il bambino dai capelli rossi avevano già raccontato tante altre cose.

 

Marco Steiner. Grandvaux, settembre 2009.

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